giovedì 21 giugno 2007

Una testimonianza sul Commercio Equo Solidale

Commercio equo e solidale: il miglior rimedio contro la povertà. Riflessioni di PREDA e di padre Shay Cullen dalle Filippine

(Gli articoli di padre Shay sono pubblicati su diversi giornali e periodici internazionali, nonché su www.preda.org)

Chi mi conosce sa che parlo del commercio equo e solidale per averlo praticato da 33 anni. Preda Fair Trade è oggi un marchio ben conosciuto, ma tutto è iniziato nel 1975 con una minima produzione artigianale di mobili e cesti in vimini per migliorare salari e condizioni sociali di piccoli produttori e per avviare ad una attività economica giovani disoccupati. Da allora il progetto Preda Fair Trade non ha mai smesso di crescere.

Diversi anni più tardi decisi di aiutare i piccoli produttori di mango e le loro cooperative ad evitare lo sfruttamento imposto da un cartello di ricchi esportatori filippini. I produttori non avevano altra possibilità che vendere al cartello che imponeva prezzi ridicolmente bassi. I ricchi si arricchivano e i poveri impoverivano. Erano i bambini a soffrire maggiormente la situazione: molti scappavano di casa verso le città e finivano ingoiati dalla florida industria del sesso per alimentare il piacere di ricchi turisti sessuali e pedofili stranieri. Questa è la peggiore delle forme del commercio ingiusto, una moderna schiavitù contro cui non possiamo smettere di lottare.

Il vero Cristianesimo e la sua attività missionaria consiste nello sfidare ingiustizie, oppressioni e sfruttamenti di tutti i generi, costruendo un regno di giustizia dove tutte le persone siano ispirate dall’amore ad aiutarsi reciprocamente per liberarsi dalla sofferenza, dalla fame e dalla povertà. Era quindi imperativo per noi evitare che bambini venissero venduti a locali e bordelli per prostituirsi. Dovevamo sfidare la comunità politica ed economica che permetteva il commercio sessuale e ne traeva enormi profitti. Questa comunità criminale rispose minacciando e molestando i nostri operatori sociali. Ma la vera radice della prostituzione infantile era nella povertà e nell’ingiustizia economica e sociale.

Praticare e promuovere il commercio e quo e solidale divenne una missione vitale per me e per gli appassionati membri filippini della Preda Foundation, una ong che avevo fondato nel 1974. Iniziammo a salvare donne e bambini dai bordelli e dalle prigioni e ad ospitarli in case famiglia dove potevano ricevere cure psicologiche e ricostruirsi un futuro. Iniziammo anche a portare in tribunale i responsabili degli abusi e del commercio sessuale. Ma eravamo anche determinati a evidenziare il ruolo negativo del cartello degli esportatori di frutta e a sfidarne il comportamento ingiusto.

Preda Fair Trade stabilì quindi una collaborazione con uno stabilimento di essiccazione posseduto da una famiglia tenuta al margine delle attività economiche e a rischio di chiusura. Iniziammo a comprare manghi a prezzi equi e a produrre frutta disidratata senza residui di prodotti chimici per le Centrali europee del commercio equo. In dieci anni Preda Fair Trade è diventata un marchio di fiducia del commercio equo e il mango disidratato un prodotto assai apprezzato. Preda Fair Trade ha così iniziato ad acquistare centinaia di tonnellate di frutta fresca a prezzi ben più alti di quelli offerti dal cartello degli esportatori che presto si sono trovati senza materia prima per i loro guadagni. Gli agricoltori hanno iniziato a far la fila ai punti di acquisto organizzati da Preda anche nelle zone di attività della guerriglia.

Gli acquisti di Preda hanno creato una scarsità di offerta di manghi sul mercato e i componenti del cartello sono entrati in competizione l’un con l’altro per assicurarsi almeno parte del raccolto. Il cartello è così entrato in crisi e si è presto dissolto. Il prezzo del mango è continuato a salire. Preda ha trovato un mercato anche per la purea e il succo concentrato di mango, riuscendo così ad acquistare dagli agricoltori i frutti di minor pezzatura normalmente rifiutati dal mercato. La richiesta di mango cresce talmente che migliaia di nuovi alberi sono stati piantati.

Migliaia di operai lavorano nell’impianto industriale partner di Preda in condizioni eccellenti e buoni salari. L’alta qualità dell’impianto è certificata a norma ISO. L’obiettivo primario di rompere il cartello degli esportatori è stato raggiunto, ma adesso si tratta di non farlo rinascere rimanendo forti acquirenti di mango fresco. Questo significa aumentare le vendite di Preda i cui ricavi sono destinati ad aiutare lo sviluppo degli agricoltori più minacciati, le comunità indigene filippine (ndt – Nelle Filippine vivono decine di etnie diverse arrivate nell’arcipelago nel corso della Storia. I primi abitanti, cosiddetti indigeni, sono oggi costretti a vivere in riserve nei terreni più marginali).

Stiamo piantando migliaia di alberi di mango per far nascere frutteti ad agricoltura biologica. È anche il nostro contributo alla lotta contro i gas serra, in particolare la CO2. Inoltre con i ricavi del commercio equo combattiamo la schiavitù dei nostri tempi e salviamo i nostri bambini.

Il commercio equo e solidale, la speranza per il futuro e un modo per sconfiggere la povertà.

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PREDA Information Office; PREDA Foundation, Inc.

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www.preda.org

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